Water is the new commodity: come la scarsità d’acqua sta cambiando il Food & Beverage e cosa devono fare le aziende per restare competitive

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Come il cambiamento climatico e la scarsità d’acqua stanno rivoluzionando il Food & Beverage e perché serve una strategia integrata per gestire la risorsa idrica

Nel settore Food & Beverage, l’acqua non è solo una risorsa naturale: è ingrediente, solvente, mezzo di pulizia, fluido termico e una delle principali voci di costo operativo. Oggi, tuttavia, l’acqua è diventata un elemento critico delle strategie aziendali. La scarsità idrica, le siccità più frequenti, l’inquinamento delle fonti e le crescenti pressioni normative stanno ridefinendo il modo in cui le imprese devono gestire questa risorsa, per garantire la continuità produttiva e restare competitive.

Secondo il report “Water for Food & Beverage: Market Trends and Forecasts 2024–2030” di Bluefield, il settore investirà oltre 112 miliardi di dollari entro il 2030 in infrastrutture per l’acqua e il trattamento dei reflui. Scopriamo perché.

Acqua e cambiamento climatico: un rischio crescente per il settore

Il cambiamento climatico sta accelerando la crisi idrica su scala globale. Secondo il World Resources Institute, già oggi oltre il 25% della popolazione mondiale vive in aree soggette a stress idrico estremo, e la situazione è destinata a peggiorare entro il 2030, con il rischio di gravi impatti su filiere agricole e industriali. Per il Food & Beverage, questo significa dover fronteggiare costi più elevati e minori disponibilità sia di acqua che di materie prime.

Quando l’acqua fa salire i prezzi: l’impatto sulle commodities

L’instabilità idrica sta già influenzando il prezzo delle materie prime:

  • Nel 2022, la siccità in Brasile ha ridotto la produzione di olio di soia, spingendo il prezzo a $1.666,80/tonnellata. La domanda per i biocarburanti ha aggravato la pressione sul mercato.

  • Nel 2011, piogge eccessive in Colombia hanno compromesso la qualità del caffè, facendo salire i prezzi fino a $5,98/kg, mentre la domanda cresceva in Cina, India e Brasile.

Questi esempi dimostrano come la scarsità d’acqua non sia solo una questione ambientale: è una variabile economica da cui dipende la stabilità dei costi e l’efficienza delle supply chain.

Dove la scarsità d’acqua minaccia la produzione alimentare

Le aree più strategiche per la produzione Food & Beverage a livello globale sono anche tra le più vulnerabili alla scarsità idrica. Secondo le principali analisi di settore, paesi come India, Cina, Egitto e Sud Africa già oggi affrontano un forte stress idrico, aggravato dal cambiamento climatico e dalla crescita della domanda (Bluefield Research).

In queste regioni, il rischio di interruzioni nella supply chain e di aumento dei costi produttivi è già una realtà. La priorità delle risorse idriche va alla popolazione civile: le industrie devono adattarsi cercando fonti alternative e implementando tecnologie avanzate di trattamento e recupero.

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Acqua municipale in esaurimento: servono fonti alternative e impianti resilienti

Oggi il 52% dell’acqua utilizzata nel Food & Beverage proviene da falde sotterranee, il 43% da reti municipali e solo il 5% da acque superficiali. Tuttavia, le autorità locali stanno sempre più limitando l’uso industriale dell’acqua potabile, riservandola al consumo umano, soprattutto in aree colpite da siccità (Global Water Intelligence).

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Questo scenario impone alle aziende di adottare nuove strategie: attingere da fonti non convenzionali, come falde più profonde (con costi e impatti energetici maggiori) o acque superficiali, spesso contaminate da pesticidi, metalli pesanti e microinquinanti.

Sono tre le grandi sfide per il settore F&B

  • Scarcity e sostenibilità: L’accesso all’acqua dolce è sempre più limitato, in particolare in aree ad alta densità produttiva come India, Sud-est asiatico, Messico e Nord Africa. Le municipalità danno priorità al consumo civile, limitando l’acqua potabile alle aziende. Le industrie sono quindi costrette ad attingere da fonti alternative: acque superficiali e sotterranee, spesso più inquinate.

  • Normative più stringenti: In Europa, USA e mercati emergenti, le soglie per gli scarichi e la qualità dell’acqua di processo sono sempre più restrittive. In parallelo, i limiti sui microinquinanti – come PFAS, pesticidi, sottoprodotti di disinfezione – stanno diventando parte integrante delle autorizzazioni ambientali.

  • Obiettivi ESG al 2030: I maggiori gruppi F&B hanno stabilito target ambiziosi di riduzione dei consumi idrici e aumento del riuso. Le strategie ambientali diventano leva competitiva e requisito per la finanza sostenibile.

I nuovi impianti devono essere progettati per:

  • Diversificare le fonti: includere acque superficiali e sotterranee, anche di qualità più critica.

  • Trattare acque più complesse: progettare linee di trattamento pronte per livelli più alti di contaminazione.

  • Massimizzare il riuso: recuperare e riutilizzare l’acqua interna per ridurre il consumo specifico e l’impatto ambientale.

Un impianto che oggi funziona bene potrebbe non essere adeguato fra 5-10 anni. La sfida è anticipare il cambiamento.

Affrontare le sfide con il partner giusto

Hydrotech Engineering offre soluzioni complete e personalizzate per il trattamento delle acque di processo, rispettando i più elevati standard igienici del settore (EHEDG, 1935/2004, 2023/2006/EC, EC10/2011), e per il recupero delle acque di scarico.

Forniamo soluzioni end-to-end che coprono l’intera struttura produttiva, dal trattamento dell’acqua di processo al recupero e trattamento delle acque reflue, incluse tecnologie avanzate come Zero Liquid Discharge (ZLD). Così garantiamo efficienza, sostenibilità e conformità normativa. Con Hydrotech Engineering, la tua azienda avrà un supporto tecnico solido e su misura per trasformare le sfide idriche in opportunità competitive.

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Vediamo le tecnologie adottate da Hydrotech Engineering per supportare la tua industria.

Trattamento delle acque di processo – Water Treatment Plant

Il trattamento delle acque di processo nel settore Food & Beverage richiede soluzioni complete e affidabili, in grado di garantire acqua sicura e conforme agli standard igienico-sanitari più rigorosi. Hydrotech Engineering propone sistemi articolati in tre fasi principali, progettati per rispondere alle esigenze specifiche di ogni stabilimento.

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    1. Pre-trattamento: Si parte da un’analisi chimico-batteriologica dell’acqua per identificare la combinazione tecnologica più efficace. Le soluzioni includono la disinfezione (ad esempio con ipoclorito di sodio), la filtrazione multi-media per rimuovere solidi sospesi e metalli (come ferro e manganese), e l’ultrafiltrazione (UF) tramite membrane semipermeabili per eliminare batteri, colloidi e virus, assicurando un’acqua di alta qualità con bassi costi di manutenzione.

    2. Trattamento principale: La fase centrale del processo prevede la filtrazione a carboni attivi granulari (GAC), utile per rimuovere cloro, pesticidi, composti organici e sostanze responsabili di odori o sapori sgradevoli. A questa si affianca l’osmosi inversa (RO), che consente di eliminare sali, metalli pesanti, endotossine e antibiotici, garantendo la massima purezza dell’acqua. In alternativa, si può utilizzare la nanofiltrazione (NF), ideale per la rimozione selettiva di ioni come calcio e magnesio e per ridurre la durezza dell’acqua.

    3. Post-trattamento: La fase finale prevede l’impiego di raggi UV per l’eliminazione di microrganismi come batteri, virus e funghi, senza l’uso di sostanze chimiche e senza alterare le caratteristiche organolettiche dell’acqua, assicurando la massima sicurezza microbiologica.

Con questo approccio, Hydrotech garantisce continuità produttiva, qualità costante e conformità alle normative, supportando le aziende nella gestione efficiente e sostenibile delle acque di processo.

Trattamento e recupero delle acque reflue – Waste Water Treatment plant

Hydrotech Engineering propone soluzioni complete per il trattamento e il recupero delle acque reflue industriali, con tecnologie che consentono il massimo riuso dell’acqua e la riduzione a zero dello scarto liquido. Il processo si articola in più fasi integrate per garantire efficienza, sostenibilità e conformità alle normative.

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Fase 1: il refluo viene raccolto in una vasca di omogeneizzazione dove un sistema di diffusione d’aria assicura un’adeguata ossigenazione e previene la formazione di odori.

Fase 2: trattamento biologico (MBR – Membrane BioReactor). Il cuore del sistema è il bioreattore a membrana (MBR), che combina fanghi attivi con ultrafiltrazione immersa. I microrganismi decompongono le sostanze organiche e i nutrienti (azoto e fosforo), mentre le membrane separano i solidi sospesi, garantendo un’acqua di alta qualità. Il sistema assicura elevata efficienza anche nella rimozione di sostanze difficili da biodegradare, con un minor volume di fango prodotto.

Fase 3: Osmosi Inversa multistadio. L’acqua depurata viene inviata al sistema di osmosi inversa (RO), che permette di rimuovere microbi, sali solubili, metalli pesanti, pesticidi e antibiotici, recuperando fino al 94% dell’acqua. Il sistema, a basso consumo energetico (circa 1,5 kWh/m³), garantisce un permeato di qualità eccellente per il riuso.

Fase 4: gestione dei concentrati. Il concentrato prodotto dall’osmosi viene ulteriormente trattato tramite tecnologie come CFRO per la gestione delle salamoie più concentrate e, a seguire, mediante evaporazione (CGE o evaporatori a effetto multiplo). L’ultimo stadio, la cristallizzazione, permette di ottenere un residuo solido stabile, realizzando un processo di Zero Liquid Discharge (ZLD) e azzerando lo scarico liquido.

Con queste soluzioni, Hydrotech Engineering supporta le aziende nel trasformare un problema ambientale in una risorsa, garantendo continuità produttiva, sostenibilità e riduzione dei costi di approvvigionamento idrico.

Vuoi scoprire come trasformare la gestione dell’acqua in un vantaggio competitivo concreto?
Leggi il nostro caso studio su un impianto realizzato per uno dei principali produttori di bevande a livello mondiale in Camerun.

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Scopri il caso studio completo qui.

La gestione dell’acqua non è più solo una questione operativa: è un driver strategico per la competitività nel settore Food & Beverage. Le aziende che investono oggi in soluzioni resilienti e efficienti saranno le uniche in grado di affrontare con successo le sfide poste dalla scarsità idrica, dal cambiamento climatico e dalle normative sempre più severe.

Secondo Bluefield Research, oltre 112 miliardi di dollari verranno investiti entro il 2030 in tecnologie per il trattamento, il riuso e la digitalizzazione della gestione idrica. Questo significa che il tempo per agire è adesso.

Con partner come Hydrotech Engineering, le imprese possono non solo adeguarsi ai nuovi scenari, ma cogliere l’opportunità di trasformare una vulnerabilità in leva di innovazione, sostenibilità e crescita. L’acqua sarà la risorsa più critica del futuro — ma anche quella che può fare la differenza.

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